venerdì 14 marzo 2014

Storie di stelle, di nonne e di antichi incantesimi d'amore.

Le nonne sono magiche, tutti i bambini lo sanno. Sono più grandi delle loro mamme, cucinano sempre benissimo, hanno la casa piena di oggetti curiosi, che odorano di passato. Ma soprattutto, le nonne sono magiche perché conoscono dei segreti, sotto forma di favole e filastrocche, leggende figlie di Storia e incantesimi.
Anche mia nonna è magica. In uno dei miei ricordi più vecchi sono stesa sul divanetto di casa sua, riparata sotto le coperte, mentre mi canta una ninna nanna in un dialetto incomprensibile (perché non italianizzato ma più arcaico, più oscuro), di cui ho ereditato solo il ritmo, simile ad una nenia araba. E’ magica perché nasconde una forbice sotto il cuscino per far scappare la Fata della Casa, presenza benevola che, secondo il folklore della mia città natale, abita ogni abitazione, portando fortuna ma facendo, altresì, dispetti e ruberie. E’ magica perché ha una visiona “greca” della natura e del mondo, in cui l’essere umano non è un’entità superiore bensì parte di quell’instancabile serie di corsi e ricorsi storici che accomunano il mondo intero e tutte le creature.
Questo mondo, mia nonna lo sapeva anche interrogare. Ma con rispetto, perché parlare al Mondo significa parlare a Dio e ai santi e questo va sempre fatto con solennità e venerazione. In particolare, quando ero bambina amavo farmi raccontare della famosa Novena a Sant’Ella, una preghiera che le mamme di una volta facevano rivolgendosi a Sant’Elena (madre di Costantino il Grande, detta “Ella” dalla parlata popolare) per interrogarla sul futuro. La novena andava fatta a mezzanotte, all’aperto, in un luogo tranquillo e possibilmente silenzioso, perché i segni del destino si sarebbero potuti manifestare in mille modi diversi e le orecchie dovevano esser pronte a coglierli. Se si udiva il rumore di una porta che sbatteva o di una risata, la risposta alla domanda era no; al contrario, se si sentiva il rumore di una porta che si apriva, la risposta era positiva. Le mamme facevano questa novena soprattutto per sapere se le loro figlie si sarebbero o meno sposate e come sarebbe stato il loro futuro marito. Io la ricordo vagamente e cerco di fare appello alla mia memoria per ricostruirla:
Sant’Ella, mia Sant’Ella
figlia d’imperatore e imperatrice
per mare andasti e per mare tornasti
la Croce santa cercasti
con gli occhi santi la vedesti
con le mani sante la toccasti
con la bocca santa la baciasti.
Dimmi la verità, solo la verità
(fare la domanda)
Ovviamente non sempre i segni potevano esser compresi. Spesso ci volevano anni, una vita intera, per interpretarli. Non solo le orecchie, dunque, ma anche la mente e il cuore dovevano esser saldi e vigili ed esser pronti a collegarsi a quel divenire della vita in cui passato, presente e futuro si fondono.
Ora mia nonna è molto anziana e non può più uscire d’estate ad interpretare, come un detective, i sussurri del mondo e delle stelle. Ma, a ben pensarci, potrei farlo io: mi sembra di ricordare abbastanza bene le parole e chissà che il Mondo non voglia parlare anche a me, un giorno di questi….
Photo credits: Coley Christine Catalano via unsplash.com

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